Le tavole della legge
Per entrar nel nostro cuore
ogni giorno il Salvatore
non ci parla del Partito
democratico ed unito,
ma c’informa del Bengodi
che farà del dopo Prodi.
Walter corre molto in fretta,
ha per tutto una ricetta
e pazienza se non è
come quella del premier.
Il fiscale manifesto
sembra il funerale mesto
a un Romano ormai defunto:
“In Italia il tempo è giunto
di pagare meno tasse!”,
come se dimenticasse
che i quattrini non ci sono.
Poi l’eternamente buono
in un duro si trasforma:
“Qui ci vuole una riforma
per aver più sicurezza.
Stop all’arrendevolezza
del governo Mortadella!
Le puttane tutte in cella!”
Ma non è finita qui.
Il messia del neoPd
il governo ridurrà
per lo meno alla metà,
basta che Prodi lo chieda
e metà Walter ne appieda,
come non sapesse che
superò i cento il premier
per la fame dei partiti:
i ds, i margheriti,
i sinistri alternativi
e i centristi combattivi,
che non cambian lì per lì
sol perché nasce il Pd.
Nel sentire il Salvatore
Prodi pensa con orrore
al lontano novantotto:
di D’Alema fu il complotto
a privarlo del poter.
Or sarà Walter “I care”,
col sorriso più fraterno,
a privarlo del governo.
Fatto capo del Pd,
gli dirà: “Ghe pensi mì!”
Inserito il 07/10/2007 da Carlo Cornaglia | nessun commento